Magritte, le nuvole e noi...
Ogni volta che a Div.ergo conosciamo e studiamo un artista è un’avventura… Questa volta l’impresa non era semplice: Magritte, il Surrealismo, le opere così particolari e originali, e poi le tecniche strane. Ce n’era davvero per tutti i gusti. Vediamo com’è andata.
- Federica, a Div.ergo abbiamo conosciuto un nuovo artista il mese scorso…
- Sì, Sandy…
- No, non il nuovo che abbiamo appena cominciato, l’altro.
- Ah… Eh… Eh… Magritte.
- Esatto, cosa ti ha colpito di più di lui?
- Secondo me, quando gli uomini salgono sulle nuvole.
- Ah, il quadro degli uomini che sono in cielo?
- Sì.
- Giuliano, ti ricordi che lavoro ha fatto Magritte per tanti anni, oltre a fare l’artista?
- Attaccava le locandine, come me, ma viaggiava poco.
- Abbiamo sperimentato tante tecniche del Surrealismo: il frottage dove si colora sulle foglie e sugli altri oggetti; il grattage, dove si dipinge con strumenti diversi dai pennelli; il dripping con lo sgocciolamento.
- Quale ti è piaciuta di più?
- Il dripping, perché si mischiano i colori e le linee, non c’è un filo unico.
- Tony, cos’è il Surrealismo?- Deriva da surreale, forse… praticamente Magritte sognava le cose e poi le disegnava.
- Perché dipingeva tante nuvole, secondo te?
- Beh perché… non lo so.
- Quale delle tecniche che usava ti è piaciuta di più?
- Le cadravre exqui per le rime, perché ci inventavamo le parole e facevamo rime.
- Valentina, tu che dici di Magritte?
- Che era surrealista, cioè sognava cose che non esistevano…cioè delle cose che insomma volavano; faceva venire il desiderio di volare anche a me.
- Quale quadro ti è piaciuto?
- Quello delle pietre che volavano… come un uccello.
È proprio vero: le cose si possono guardare sempre da un altro punto di vista. Per questo Magritte ci è piaciuto così tanto.
di Giovanna Nuccio