Tempo d’estate, tempo di novità
Il vecchio e il nuovo: estremi per dialoghi e dispute interminabili, per prese di posizione che cambiano le sorti della storia, che contrappongono generazioni…
Il vecchio e il nuovo: a Div.ergo il nuovo nasce dalla ricerca, una ricerca che si fa fuori, intorno, accanto, dentro, in compagnia e, da qualche tempo, anche da soli. Il vecchio – in un certo senso – è tutto quello che, rimanendo, si supera e si trasforma. Turisti tornano e chiedono: “C’era quel decoro… con quei colori… col violetto: non lo fate più?” e dicono: “Vediamo che cosa avete creato di nuovo…”, oppure: “Ma non si finisce più di scoprire cose diverse, qui!”.
E tutto questo mentre gli artisti si provano. Loro lasciano le lavorazioni che li vedono da sempre chini sui tavoli e prendono un pennello, oppure impastano, schiacciano, infilano, incollano, ritagliano. Con questi gesti danno vita ad un’altra esperienza: quella di mani impegnate in movimenti nuovi, di occhi sollecitati ad attenzioni diverse, di contatto con una materia nuova, di concentrazione mai vista e di sorrisi che mostrano una luce del tutto differente. Per loro lasciare il vecchio non è un peso. Lo slancio è sempre al futuro. Uno slancio fresco, un po’ incosciente, ma anche per questo libero di volgersi tutto verso risultati inattesi. Provare, cambiare: se il nuovo attira, e il vecchio a tanti fa arricciare il naso, non è proprio quello che siamo disposti a fare quotidianamente, né su di noi né sulle nostre attività. In fondo l’abitudine ci piace e ci tranquillizza.
A Div.ergo, gli artisti provano e cambiano e, se capita che i volontari siano un po’ lenti a predisporre le novità, sono loro stessi a prendere l’iniziativa. Pensare un prodotto nuovo è cosa che fanno in autonomia, e lo fanno da esperti: cercano su internet idee e stimoli, fantasticano su oggetti possibili. E poi vedere Giulio che dipinge, Gabriele che schiaccia cannucce, Laura che si prova su nuovi modelli e tipi di collane è quasi un fatto naturale…
Maria Teresa Pati